lunedì 9 maggio 2011

Niente sconfitta ma ancora vergogna

Alla fine oltre ai tre dell'arbitro sono arrivate altre migliaia di fischi all'indirizzo dei giocatori rossoblu. Perchè se c'è una cosa che non si può contestare a questo Bologna è che non rispetti i pronostici. Anche questa volta pareggio doveva essere e pareggio è stato ma i fischi e i cori intonati da tutto lo stadio a fine gara la dicono lunga sullo stato d'animo dei tifosi rossoblu. Esasperati da continue prestazioni imbarazzanti, i sostenitori bolognesi ieri hanno anche atteso il pullmann della squadra ottenendo un confronto con alcuni protagonisti e gesti poco simpatici da altri. La contestazione non è iniziata tanto a causa dei risultati, quanto piuttosto di un atteggiamento irritante tenuto sul campo da Di Vaio e compagni nonostante il continuo supporto morale ed economico garantito dai tifosi in casa e in trasferta. Ci sono tanti modi per combinare un pareggio magari regalando ai tifosi gol e spettacolo, ma invece ieri per buona parte della ripresa i giocatori hanno inseguito più l'ombra della tribuna che il pallone nonostante i risultati non certo tranquillizzanti arrivati dagli altri campi di Serie A. Malesani, con quella dichiarazione suicida sulla salvezza, non ha solo spento l'interruttore alla squadra ma ha proprio tagliato i fili della corrente e adesso è tardi per chiamare l'elettricista. La salvezza non è ormai più in discussione grazie, ancora una volta, alla professionalità del Genoa, ma il rapporto tra giocatori e tifosi è stato ormai definitivamente compromesso da questo imbarazzante finale di campionato. Sotto la neve i tifosi hanno atteso il pullmann dei giocatori per caricarli, sotto il sole l'hanno aspettato per gridare tutta la loro rabbia. A fine partita sia il Malesani sia Di Vaio hanno ricordato che questa squadra senza penalizzazioni oggi avrebbe 44 punti. Era da qualche settimana che non veniva citato questo ritornello e in effetti se ne sentiva la mancanza. Quello che è successo negli scorsi mesi è stato sicuramente deprecabile, ma oggi al timone del club ci sono persone serie che hanno addirittura pagato in anticipo l'ultima rata degli stipendi alla squadra (totale di 6,5 milioni di euro per la cronaca) portando sabato scorso in ritiro le ricevute di pagamento ai giocatori. Il presidente Guaraldi voleva dare un segnale alla squadra nonostante non veda l'ora di finire questa agonia per iniziare una nuova stagione alle sue condizioni. Il minimo che si poteva fare per la nuova dirigenza e per la splendida tifoseria bolognese sarebbe stato onorare il campionato fino all'ultimo minuto mettendo sempre in campo il cuore. Per fortuna che a Genova ci sono altri rossoblu che lo hanno fatto.

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