mercoledì 8 giugno 2011

Da Savoldi a Signori: storie di miti infangati

Sono passati più di trenta anni da quella domenica in cui le camionette della Polizia si presentarono negli stadi italiani per arrestare i calciatori all'uscita dagli spogliatoi e in tanti conoscono questa vicenda solo grazie alle parole dei padri o dei nonni. Quell'inchiesta sconvolse il calcio italiano e in tanti quel giorno, guardando i propri idoli in manette a Novantesimo Minuto, si sentirono traditi da persone che sentivano come parte della propria famiglia. Perchè il calcio crea questa magia tra tifoso e calciatore legandoli indissolubilmente anche se non dovessero mai incontrarsi di persona per tutta la vita. Gli anni passano ma il dolore di un tifoso resta immutato scoprendo che l'idolo della propria infanzia, l'uomo grazie al quale ti sei avvicinato al calcio, è indagato per aver preso parte a un giro di partite truccate che si spingeva fino a drogare i calciatori per assicurarsi vincite sostanziose. Oggi come allora il tifoso rossoblu vede crollare un mito e, per ironia della sorte, entrambi portavano lo stesso affettuoso soprannome: Beppe-gol.

Savoldi - Nel 1980 fu Beppe Savoldi a essere coinvolto nello scandalo delle partite vendute che mise le manette ai polsi di mezza Serie A. La condanna per il bomber rossoblu fu di tre anni e sei mesi come quella della riserva Petrini, mentre Franco Colomba se la cavò con tre mesi per omessa denuncia. La società venne invece penalizzata di cinque punti nel campionato successivo che non vennero poi mai applicati solo grazie ad un provvedimento speciale della Federazione. Savoldi militò nel Bologna prima dal 1968 al 1975 e poi tornò nella maledetta stagione 79/80 e fu per i bolognesi una leggenda, il bomber implacabile e il trascinatore della squadra. Alla notizia della sua cessione al Napoli (per ben 2 miliardi di lire) la città insorse sentendosi derubata. Ogni volta che segnava la curva esplodeva dedicandogli cori pieni d'affetto esattamente come venti anni dopo fece per Beppe Signori, capitano per sei anni dei rossoblu.

Signori - La storia di Signori sotto le Due Torri ha entusiasmato non solo dal punto di vista sportivo ma anche sotto il profilo umano. Egli arrivò infatti in prestito dalla Lazio con l'etichetta di un calciatore ormai finito a causa di una lunga serie di infortuni. Addirittura si presentò in città visibilmente sovrappeso e solo grazie all'aiuto di due amici ristoratori riacquistò in breve tempo la forma perduta. Proprio con questi due amici, Signori avrebbe dovuto inaugurare fra poche settimane un nuovo ristorante appena fuori dal centro di Bologna, gli arresti domiciliari glielo impediranno. Non appena scese in campo con i colori rossoblu nel 1998 tornò ad essere Beppe-gol sia in Italia che in Europa portando il Bologna a vincere anche la coppa Intertoto. Anni di prodezze, ben 67 di cui alcune da antologia, lo hanno consacrato come uno dei pilastri della storia del club elevandolo proprio al livello dei miti del passato. Che amasse scommettere lo sapevano tutti fin da quando si giocò a carte il numero 10 con il compagno Locatelli, la sua sfida più famosa resta quell del Buondì divorato in trenta passi, ma da qui a far parte di un'organizzazioone criminale c'è parecchia differenza. La città ha continuato a portare nel cuore entrambi i suoi Beppe e nella bella serata del centenario non ha mancato di tributargli ancora un applauso a testimonianza del fatto che il tempo può cancellare anche le delusioni più cocenti e questo non può che essere il miglior augurio da rivolgere anche a Signori.

Bresciani - In mezzo a queste due vicende si colloca anche la storia di Giorgio Bresciani, altro bomber rossoblu degli anni Novanta passato alla storia per aver segnato nel 1996 all'ultimo minuto il gol al Chievo che sancì il ritorno del Bologna in Serie A dopo anni di sofferenza nei campionati minori. Anche lui però venne arrestato nel 2008 insieme ad altre quindici persone nell'ambito di un'inchiesta su un'associazione a delinquere che avrebbe emesso fatture per operazioni inesistenti e avrebbe distrutto e occultato scritture contabili. Una truffa da quasi 17 milioni di euro complessivi che comprendeva anche la richiesta indebita contributi comunitari tramite due compiacenti società calabresi. Una vicenda certamente estranea al mondo del pallone, ma che amareggiò profondamente i tifosi per i quali quel gol di testa rimane una delle pagine più memorabili della loro vita rossoblu.

Di Vaio - Non si può poi non citare anche l'ultimo illecito di cui si è reso protagonista l'attuale uomo simbolo del Bologna, Marco Di Vaio, attualmente accusato di falso ideologico e truffa ai danni del Comune per la vicenda dei pass per disabili. Le responsabilità, come nel caso di Signori, sono ancora tutte da accertare e sicuramente la vicenda che coinvolge Di Vaio ha rilevanza minore sia a livello morale sia a livello giudiziario in quanto esclusivamente di carattere civile, ma resta il fatto che in poche settimane i tifosi bolognesi hanno visto gettati nel fango gli ultimi due grandi miti rossoblu e si sono sentiti traditi da persone a cui avevano tributato tutta la loro stima e il loro affetto. Per entrambi, come già successo a Savoldi e Bresciani, ci sarà certamente tempo e modo per riabilitare la propria immagine agli occhi di persone che li hanno amati e che vorrebbero continuare a farlo. Di Vaio ha già iniziato il suo percorso e ogni gol che segnerà a partire da settembre lo aiuterà a ricucire la ferita, per Beppe Signori sarà una impresa più ardua. Forse la sua scommessa più difficile.

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